L'aglio
Composizione e valore energetico
(100 gr. di prodotto)
Parte
edibile 75 %
Acqua 80,0 g
Proteine 0.9
g
Lipidi 0.6 g
Glucidi
disponibili 8.4 g
Fibra alimentare 0 g
Energia 41
kcal
Sodio 0 mg
Potassio 0 mg
Ferro 1.5
mg
Calcio 14 mg
Fosforo 63 mg
Niacina 1.3
mg
Vitamina C 5 mg
Consumo e conservazione
L'aglio svolge un'azione antisettica,
balsamica ed espettorante a livello dell'apparato respiratorio. E'
indicato per chi ha problemi di ipertensione, contro le malattie da
raffreddamento ed i disturbi dei fumatori cronici. L'aglio gode,
inoltre, di proprietà spasmolitica, antisettica ed antidiarroica a
livello intestinale. E' sconsigliato a chi soffre di peracidità gastrica.
In cosmesi, sembra giovare contro la caduta dei capelli.
In cucina
può essere utilizzato nella preparazione di sughi, minestre, zuppe,
frittate e piatti a base di verdure o carne, a cui conferisce un
inconfondibile aroma.
Ad una temperatura di 0-1 °C si può conservare
per un periodo di 6-8 mesi.
La coltivazione
La produzione di aglio in Italia risulta pari a circa 450.000 quintali.
Le
regioni più importanti per questo prodotto sono Veneto, Emilia-Romagna,
Lazio, Campania, Sicilia, Abruzzo, Molise e Toscana.
Le varietà si
distinguono, oltre che per la durata del ciclo vegetativo, soprattutto per
il colore del bulbo, che può essere bianco o nero.
Tra le varietà
a bulbo bianco (le più pregiate e richieste dal mercato) ricordiamo il
Bianco Piacentino e Bianco Piemontese, entrambe molto produttive.
Fasi
della coltivazione:
1) Selezione del seme
2) Sgranatura
3)
Semina
4) Sarchiatura manuale
5) Concimazione
6) Raccolta manuale
dell’escapo floreale
7) Raccolta dei bulbi con macchine
automatiche
8) Preparazione dei bulbi per la vendita
9) Preparazione
delle trecce di aglio
10) Preparazione delle creme
Cina: aglio come vaccino
Novembre 2009
Cina, aglio come vaccino contro l'influenza: schizzano i prezzi.
Il
costo è aumentato di 15 volte: secondo la medicina tradizionale il bulbo
ha capacità curative.
In Cina sta montando una bolla speculativa anche sui prezzi dell’aglio,
che secondo la medicina tradizionale del Dragone ha capacità preventive
contro l’influenza.
Lo riporta il Financial Times, spiegando che l’impennata dei prezzi
dell’aglio deriva dall’effetto combinato della sua rinnovata popolarità
come "profilassi" anti pandemia da nuova influenza, e le basse forniture
legate alle precedenti ricadute della crisi economica. Ma potrebbe
esserci anche lo zampino della mafia cinese, scrive il quotidiano.
Nei mesi scorsi i contadini della Cina - primo produttore mondiale di
aglio - avevano ridotto la semina a causa del calo dei prezzi innescato
dalla recessione mondiale. Ma adesso la domanda è balzata in avanti - in
Cina le stesse scuole hanno aumentato gli acquisti di aglio per
utilizzarlo come profilassi anti influenzale per i bambini - e i prezzi
sono volati alle stelle.
Da marzo a oggi nelle grandi città come Pechino i prezzi del bulbo
odoroso sono aumentati di 15 volte. Secondo alcuni analisti finanziari
citati dal quotidiano, dietro questo boom dei prezzi ci sono anche
manipolazioni di mercato da parte di speculatori, che in un contesto di
grande liquidità hanno puntato anche su questo segmento. Secondo la
stampa cinese a Jinxiang, nella provincia del Shandong, il cuore della
produzione di aglio cinese, i bancomat sono sempre vuoti, mentre impazza
la febbre degli affari.
«Ti servono un magazzino, un mucchio di contanti e qualche camion»
spiega Jerry Lou, strategist di Morgan Stanley per la Cina. «il gioco
consiste nel bloccare quanta più produzione possibile e poi fare offerte
molto alte per far salire i prezzi. Spostando l’aglio da un magazzino
all’altro fai milioni». I grandi grossisti di aglio, scrive il Financial
Times, raccontano che le gang, che hanno fatto fortuna nell’immobiliare
e in borsa, hanno preso di mira il mercato dell’aglio. La Cina produce i
tre quarti dell’aglio mondiale. Gli altri due grandi esportatori sono
Argentina a Spagna.
Le caratteristiche
Appartenente alla famiglia delle
Liliacee, l'aglio è una pianta erbacea, bulbosa, perenne, a ciclo di
coltivazione annuale.
Le foglie sono basali, lunghe e di colore verde chiaro. Lo scapo
fiorale, che si eleva dalla base del fusto sino a 40-60 centimetri di
altezza, sorregge un'infiorescenza ad ombrella.
Il frutto, a capsula,
contiene uno o due semi per loggia.
La pianta è caratterizzata da un
bulbo composto da 8-14 bulbilli a forma di spicchi.
Benché sia
particolarmente resistente al freddo, l'aglio trova le migliori
condizioni nei climi temperati e caldi, in quanto la formazione dei
bulbilli inizia e si completa solo se la temperatura è sufficientemente
alta (10-15 gradi).
I terreni devono essere leggeri, sciolti e privi
di ristagni d'acqua.
Per la messa a dimora si impiegano i bulbilli
ottenuti dalla sgranatura dei bulbi; la densità ottimale sembra essere
pari a 20-30 unità per metro quadrato.
L'epoca più adatta per
compiere questa operazione va dal tardo autunno (ottobre-novembre) per
le zone settentrionali, sino ad inverno inoltrato (gennaio) per quelle
meridionali.
Per le sue proprietà, l'aglio è considerato un prezioso
farmaco naturale; la presenza di allile, zolfo, iodio e silicio lo
rendono un eccellente antibiotico, con spiccata azione battericida.
Inoltre, aiuta a proteggere l'organismo contro le malattie, svolge
un'azione stimolante sul cuore e depurativa sul sangue e, secondo studi
recenti, contribuisce anche a prevenire i tumori, soprattutto quelli
dell'intestino.
Per poter sfruttare pienamente le sue proprietà, è
consigliabile non cuocerlo troppo ed aggiungerlo, in piatti come salse,
arrosti e stufati, a fine cottura. E' inoltre buona norma schiacciarlo
direttamente nell'olio con una forchetta, in modo da impedire
l'evaporazione delle sostanze fosforate, estremamente volatili.
Una
buona cura consiste nel far macerare tutta la notte 3 o 4 spicchi
d'aglio in un bicchiere d'acqua calda e bere, la mattina successiva,
l'infuso, dopo averlo filtrato.
Bianco o rosa, l'aglio è sicuramente
il bulbo aromatico più diffuso. Appese in un ambiente fresco ed areato,
le teste d'aglio si possono conservare anche per un anno. Prima di
utilizzarle, occorre verificare che gli spicchi siano sani e croccanti
ed eliminare quelli molli e macchiati, poiché sono indigesti e di sapore
sgradevole.
L’aglio è una pianta erbacea perenne di cui si conoscono circa 300
specie. In Italia ne crescono una trentina di specie, ma le due varietà
più comuni sono l’aglio veneto (febbraio/aprile) e quello napoletano
(giugno/settembre).
Scientificamente l'aglio comune è classificato
come allium sativum. Cento grammi di aglio forniscono un'energia di 41
Kcalorie.
Nell'antico Egitto, l'aglio era considerato una pianta
'sacra'. Agli schiavi che costruivano le piramidi ne veniva dato uno
spicchio al giorno per aumentarne il rendimento e la resistenza agli
sforzi.
L'espressione latina Allium olere significa letteralmente
"puzzar d'aglio". Ma nell'antica Roma, per senso traslato, serviva ad
indicare anche chi apparteneva alla classe sociale più bassa.
L’uomo
ha sempre attribuito all’aglio virtù scaramantiche. Nell’antichità
trecce di aglio venivano poste in ogni casa come protezione contro gli
spiriti maligni.
L'aglio
rosso di Sulmona è una tipica coltivazione della Valle Peligna, in
particolare della zona di Prezza e Campo di Fano. Questo aglio presenta
caratteristiche uniche quali le dimensioni notevoli della testa e il
colore rosso intenso della parte interna della pellicola.
Le origini
Originario dell'Asia
centrale, l'aglio (Allium sativum) era conosciuto sin dai
tempi antichi per le sue proprietà curative: in Egitto, il
papiro di Ebers, del 1550 avanti Cristo, elenca ben 22
impieghi terapeutici dell'aglio; nel libro dell'Esodo, infine,
viene ricordato come "il bene più prezioso lasciato dagli
Ebrei durante la fuga dall'Egitto".
I benefici effetti dell'aglio sono testimoniati anche dallo
storico greco Erodoto, che narra come le piramidi egiziane
siano state costruite da "schiavi nutriti con un pezzo di
pane, uno spicchio d'aglio ed una mezza cipolla".
All'epoca
dei Romani, questo bulbo fu citato nelle opere di numerosi
autori, tra cui Terenzio Varrone, Ovidio e Plinio, quale
rimedio contro veleni, lebbra, asma e tosse.
Originario dell’Asia centrale, l’aglio è una delle piante
coltivate di origine più antica. Appartiene alla famiglia
delle lilacee e il suo frutto è costituito da tanti spicchi
riuniti in un unico bulbo. Il forte odore penetrante e
persistente ne costituisce la caratteristica più nota che lo
rende inviso a molti. Per questo motivo Shakespeare, in Sogno
di una notte di mezza estate, ne sconsiglia l’uso agli attori
che devono, dalla scena, indirizzare “dolci parole” al
pubblico (IV,2,vv.43/44).
Fin dall’antichità l’aglio è stato apprezzato sia come
alimento, per il sapore caratteristico che dà ai cibi, che
come pianta medicinale. In tal senso, il riferimento più
antico lo troviamo in alcuni documenti in sanscrito anche se,
la prima citazione certa, si trova nel Codex Ebers (1550 a.C.)
un papiro egiziano lungo 20 metri che contiene alcune
centinaia di formule terapeutiche. L’aglio viene proposto in
una ventina di queste formule come rimedio efficace contro il
mal di testa, le punture degli insetti e per lenire i dolori.
Le conoscenze e i risultati raggiunti dalla medicina egiziana,
depurati da formule magiche e rituali, furono acquisiti e
sviluppati dai greci. Ippocrate, il più grande medico
dell’antichità che basò le sue teorie sulla osservazione dei
fatti, in più occasioni raccomanda di usare l’aglio per le sue
qualità medicinali avallando così la tradizione e l’esperienza
popolare.
Plinio il Vecchio, e siamo nella Roma del I secolo dopo
Cristo, nella sua Historia Naturalis, ne indica con dovizia di
particolari vari usi terapeutici e non è un mistero che i
legionari romani usavano l’aglio abitualmente come vermifugo e
per combattere varie malattie infettive.
Un altro riferimento importante lo troviamo nell’Erbario di
Urbino, un manoscritto del XVI secolo che è una preziosa
raccolta di ricette che mescolano medicina popolare e
conoscenze empiriche sulle virtù terapeutiche delle piante.
Tuttavia, per avere un riscontro con una base scientifica più
certa, bisogna risalire al secolo scorso. Nel 1858, Pasteur
individua e definisce con certezza le qualità antibiotiche
dell’aglio. Agli inizi del nostro secolo, poi, Albert
Schweitzer lo usa in Africa come solo rimedio contro la
dissenteria. Successivamente l’impiego viene esteso anche per
combattere epidemie di tifo, difterite, tubercolosi e perfino
colera.
Studi epidemiologici condotti recentemente in Cina (dove l’uso
dell’aglio risale almeno a 3000 anni fa) indicano una
significativa diminuzione del rischio del cancro allo stomaco
negli abitanti della provincia di Shandong, abituali
consumatori di aglio e di altre lilacee.
In sintesi, questa pianta amica dell’uomo, grazie ai suoi
principi attivi (allicina e suoi derivati), svolge attività
antibatterica, antisettica, mucolitica, ipotensiva oltre ad
essere un efficace regolatore del sistema cardiovascolare.